Ultime pubblicazioni

La cessazione del rapporto di lavoro

A cura di Claudia Colosimo

Edito da Maggioli Editore

L’opera affronta, con approccio tecnico ma chiaro e lineare, tutta la disciplina relativa all’estinzione del rapporto di lavoro, dalle cause di cessazione agli aspetti processuali legati all’impugnazione del licenziamento.

L’esperienza e le conoscenze dei Coautori hanno dato forma ad una trattazione sistematica e approfondita della materia, facendo del volume uno strumento di lavoro per quanti, da diversi punti di vista, si trovino ad occuparsi di questioni legate al licenziamento, individuale o collettivo, sia sul piano stragiudiziale che nell’ambito del processo vero e proprio; pertanto, senza pretese di esaustività, l’opera si rivolge ad avvocati, magistrati ed anche consulenti del lavoro.

Particolare attenzione è dedicata alle diverse tipologie di licenziamento, nonché alle motivazioni per le quali il rapporto lavorativo arriva a cessazione, con trattazione delle ricadute specifiche di ciascuna fattispecie.

AUTORI

Chiara Colosimo
Magistrato, giudice del lavoro presso il Tribunale di Milano, referente per la struttura di formazione decentrata della Scuola Superiore della Magistratura, relatrice e autrice sui principali temi del diritto del lavoro.

Monica Bertoncini
Magistrato, giudice del lavoro e coordinatrice della Sezione Lavoro del Tribunale di Bergamo, relatrice e docente in corsi di aggiornamento professionale e convegni.

Riccardo Ponticelli
Magistrato, giudice del lavoro presso il Tribunale di Cagliari, relatore in convegni in materia di diritto del lavoro.

Alessandro Tonelli
Avvocato giuslavorista del Foro di Milano, cassazionista, socio AGI, membro della Commissione Lavoro dell’Associazione Giovani Avvocati Milanesi.

Nicola Roberto Toscano
Avvocato giuslavorista del Foro di Bari, cassazionista, cultore di diritto del lavoro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari, autore, docente del master post laurea in “Gestione del lavoro e delle relazioni sindacali”.

La responsabilità professionale sanitaria dopo il coronavirus

La Legge Gelli-Bianco tra dubbi interpretativi e sfide dell’attualità

A cura di Nicola Roberto Toscano

Prefazione di Pier Luigi Lopalco

Edito da ADDA Editore

“Gli uomini e le situazioni hanno un loro punto di prospettiva: alcuni bisogna guardarli da vicino per poterli giudicare correttamente, altri si giudicano bene soltanto quando se ne è lontani” (François de La Rochefoucauld). Ed è certamente da una prospettiva diversa che il devastante vortice della pandemia da coronavirus induce ad osservare le responsabilità degli esercenti la professione sanitaria, riadeguando schemi e criteri di accertamento e valutazione delle condotte secondo due direttrici solo apparentemente opposte tra loro: zoomare in maniera ancora più stringente su specificità e variabili del caso per caso, allargando subito dopo il campo visivo sul contesto della struttura e del territorio locale o globale nel quale ci si è trovati ad intervenire. Integrare con attenzione e buon senso ogni giudizio sugli specifici accadimenti con la costante considerazione delle situazioni e delle scelte – fatte o mancate – che concorrono a determinare le responsabilità del sistema sanitario per la sicurezza delle cure è tutt’altro che un appello all’indulgenza verso singoli individui, chiamati anzi a un costante sforzo di resilienza per esercitare coraggiosamente una professione così diversa dalle altre poiché votata alla preservazione del bene fondamentale della salute, quanto piuttosto un monito ad evitare percezioni formalmente ineccepibili ma sbagliate nei fatti e a volte aberranti, i cui esiti incidono alla fine sulle sorti di donne e uomini in corsia, siano essi pazienti o medici e infermieri.

Strano destino quello della Legge Gelli-Bianco, la n. 24 del 2017, che – nata per dare certezze a utenti e operatori delle attività sanitarie, ma paradossalmente messa in discussione e parzialmente riscritta con straordinaria rapidità dalla Corte di Cassazione già all’indomani del suo varo – si è ritrovata subito dopo a dover fare i conti con i dirompenti scenari dell’attualità e le sue ripercussioni anche sul versante dell’interpretazione e dell’applicazione delle norme in materia sanitaria, destinate a riflettersi ben oltre le contingenze di questo tempo e del coronavirus, da quelle sulla responsabilità penale e civile a quelle sul monitoraggio dei rischi per la salute, sull’operatività delle polizze assicurative e sull’obbligatorietà vaccinale per il personale. Una sfida senza precedenti, con soluzioni non sempre realizzabili a colpi di sentenze o per decreti attuativi, per una legge ancora giovane all’anagrafe, ma per certi versi già vecchia nella realtà e nel diritto vivente.

Il Sole 24 Ore – GUIDA AL LAVORO

Decontribuzione Sud e lavoratori in somministrazione

Per l’INPS non spetta lo sgravio per i lavoratori utilizzati al Sud se somministrati da agenzie aventi sedi in regioni non svantaggiate; con una nota congiunta sindacati e Assolavoro chiedono delucidazioni a Ministero e Istituto previdenziale

A cura dell’Avv. Nicola Roberto Toscano